Maggiore Pilota Adriano Visconti di Lampugnano, comandante del l° Gruppo Caccia, il più grande degli assi italiani della 2a guerra mondiale con 26 vittorie accreditate (19 aerei abbattuti nella Regia aeronautica e 7 nell'Aeronautica repubblicana) e 18 probabili, secondo le graduatorie straniere. La sua presenza non risulta, invece, nella graduatoria italiana. Quasi non sia esistito, quasi non abbia sostenuto 72 combattimenti, per i quali gli furono conferite, al Valor Militare, 2 medaglie di bronzo, 6 d'argento, 3 croci di ferro, 1 promozione per merito di guerra. La sua partecipazione al conflitto fu ininterrotta dal giorno della dichiarazione di guerra fino alla tragica conclusione. Dopo l'8 settembre Visconti fu impegnato nella formazione dell'A.N.R., comandando inizialmente la 1° Squadriglia e successivamente, divenuto Maggiore, il 1° Gruppo Caccia.
Il 29 aprile '45, a Gallarate, Adriano Visconti sottoscrisse un accordo controfirmato da rappresentanti della Regia aeronautica, del C.L.N.A.I., del C.L.N. e da 4 capi partigiani (tra i quali Aldo Aniasi "Iso", poi deputato e sindaco di Milano). L'accordo garantiva la libertà ai sottufficiali ed agli avieri del Gruppo, l'incolumità personale di tutti gli ufficiali, nonché l'impegno di consegnarsi alle autorità militari italiane o alleate, come prigionieri di guerra. Condotti a Milano nella caserma del "Savoia Cavalleria" tutti gli ufficiali, il Visconti ed il suo aiutante, S. Ten. pilota Valerio Stefanini, furono assassinati a raffiche di mitra alla schiena, sparate dai partigiani che occupavano la caserma.
Inutilmente il S. Ten. Stefanini cercava di proteggere il suo Comandante che, caduto in ginocchio, veniva finito con alcuni colpi di pistola a bruciapelo. Erano le 13.30 del 29 aprile 1945. L’uccisione di Visconti e di Stefanini fu uno degli atti più barbari e vili commessi dai partigiani comunisti in quel momento rappresentati dalla Xa brigata Redi e Xa brigata Rocco.
I due Ufficiali erano prigionieri di guerra e come tali protetti dalla Convenzione di Ginevra, per cui gli assassini sono ancora oggi perseguibili per legge.
Come ricordato da chi lo ha conosciuto, oltre ad essere stato un grande pilota ed un eccezionale comandante, Visconti rappresentava il coraggio, la lealtà ed il valore di un aviatore, che viene oggi ricordato anche nella galleria degli Assi del Museo Nazionale dell'Aria e dello Spazio di Washington.
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