domenica, ottobre 19, 2008

Le scomode verità "complete" su Cravasco.

Nell' altro mio Blog "La Peggio Gioventù" un anonimo commentatore, a proposito delle manifestazioni partigiane genovesi contro il MSI del 1960, porta tra le scusanti alcune rappresaglie della II Guerra Civile Italiana, e tra queste cita Cravasco. Bene, parliamone, aggiungendo quello che accadde prima e dopo.
Ogni anno Genova commemora infatti l' esecuzione di 17 partigiani, ma ci si dimentica dell'agguato del pomeriggio del 22 Marzo 1945 quando 9 Militari Tedeschi furono attaccati dai partigiani della «Brigata Balilla» comandata da "Battista" sulla strada che da Cravasco porta a Pietra Lavezzara. I tedeschi procedevano in fila indiana, due in avanscoperta gli altri sette dietro. Gli uomini della "Balilla", appostati tra i cespugli in prossimità del cimitero, lasciarono passare la piccola avanguardia ed attesero a tiro il gruppo più numeroso, che fu rapidamente annientato, poi venne la volta degli altri due, abbattuti dalle raffiche di mitra di "Battista" (Angelo Scala) e "Biscia" (Poirè Carmelo). Prevedendo poi un rastrellamento in zona, i partigiani corsero subito in montagna, attraversando il passo della Colla ai Mulini di Voltaggio ed arrivando poi in una deserta località detta delle Acque Striate, nascondendosi in un fienile. Come raccontò il quotidiano "Il Lavoro" di Sabato 24 Marzo 1945, mentre cinque soldati morirono sul colpo, gli alti quattro che erano caduti feriti, furono finiti con un colpo nella nuca.
Proprio a causa della mancata volontà di fare prigionieri da parte dei partigiani, puntuale arrivò la rappresaglia da parte del Comando Tedesco, che ordinò la fucilazione di alcuni prigionieri già condannati a morte dal tribunale di Guerra per vari reati.
I militari tedeschi caduti, spesso dipinti come appartenenti alle SS, erano in realtà aggregati all' Esercito, per la precisione al III° Battaglione Fortezza (Festung Bataillon), di stanza a Campomorone con compiti di guarnigione. Questi i loro nomi:

Hans Schwartz, Caporale, anni 21;
Walther Labhan, Caporalmaggiore, anni 22;
Wilhelm Oberndorfer, Caporale, anni 20;
Rudolf Meister, Caporale, anni 32;
Jakob Putz, Caporalmaggiore, anni 28;
Eduard Kruger, Granatiere, anni 39;
Paul Johann Fischer, Vice-capo,anni 38;
Hans Wilhelm Schroder, Caporalmaggiore, anni 22;
Rudolf Platt, Caporalmaggiore anni 21.

Tutti soldati in ottimi rapporti con la popolazione civile tanto che il 01/01/1945 uno di questi, Johannes Girrulat, Caporale ventenne, perse la vita nel tentativo di sedare le fiamme in un casa situata vicino alla guarnigione che aveva preso accidentalmente fuoco; per questo il paese, riconoscente, partecipò compatto ai funerali che avvennero in Campomorone.
Anche per questo, oltre al fatto che l'Obergruppenfuehrer Karl Wolf, pochi giorni prima, avendo capito che la Guerra era al termine, aveva ordinato di limitare gli interventi militari alla sola difesa in previsione di un eventuale ripiegamento delle truppe, ancora oggi si stenta a comprendere perchè fu massacrata la colonna tedesca; massacro che, inevitabilmente, portò alla rappresaglia tedesca, con la fucilazione di 17 prigionieri del carcere di Marassi di cui sopra.
Ma tale rappresaglia ebbe poi un tragico seguito: il 4 Aprile del 1945 i partigiani, con l'assenso della Missione Alleata, vollero una controrappresaglia da eseguirsi su quaranta prigionieri del Campo di Concentramento di Rovegno.
Campo di Concentramento (ex-Colonia Fascista, qui nella foto) che anche a guerra ormai finita fu teatro di ulteriori esecuzioni di Fascisti Civili e Militari.

"Battista" prelevò dunque da Rovegno 39 prigionieri, portandoli presso il Monte Carlo, in loc. Vixella, dove vennero massacrati. Tra i giustiziati, 2 erano Civili; 9 Militari Tedeschi; 14 Militari dell'Esercito Tedesco ex prigionieri di guerra sovietici, probabilmente Kazaki; 13 Militi della Brigata Nera d'Alessandria ed 1 Bersagliere.
Ecco l' elenco di alcuni di loro di cui sono a conoscenza:

Albalustro Secondo, anni 17;
Bagnasco Angelo, anni 17;
Bianchi Martino, anni 17;
Buzzo Lazzaro, anni 18;
Costantino Giulio, anni 18;
Gaeta Giuseppe, anni 18;
Gianelli Angelo d'anni 18 (figlio del Ten. Col. Gianelli Celeste fucilato poi a Rovegno il 29/4/1945);
Raciti Armando, anni 16;
Raffaghello Stefano, anni 16;
Riccardi Giuseppe, anni 19;
Senna Giovanni, anni 16;
Vagaggini Alfredo, anni 17;
Viola Angelo, anni 17.
Come si vede, tutti giovanissimi. A tale massacro non seguì un ulteriore rappresaglia Tedesca.
Ancora oggi Genova ricorda i 17 partigiani giustiziati, ma ignora i 9 Tedeschi del primo attacco ed i 39 fucilati prelevati da Rovegno.




Nessun commento: