mercoledì, settembre 17, 2008

Margherita Ricciotti in Giubelli. Terza Parte.

"Palmo" ha deciso: il futuro sindaco di Crevacuore aveva già deciso da tempo. Non si saprà mai perchè: forse innamorato respinto, forse invidioso di una famiglia "normale", anche se temprata dalla guerra, o di quel sussidio che la povera Margherita doveva ritirare a Vercelli. Forse uno schiaffo ricevuto dallo zio Calimero Ricciotti ad una sfilata per un anniversario della Marcia su Roma: uno schiaffo da vendicare con molte morti, come vedremo in seguito. Forse voleva terrorizzare il paese, come altri partigiani fecero a Collegno, dove furono ammazzate le Sartine di cui parlai tempo addietro, colpevoli solo di ricucire qualche divisa ai combattenti Repubblicani. Palmo ha deciso e decretato con freddezza la morte di una donna incolpevole, madre di due bambini.
Non sapremo mai con precisione cosa provarono in quei terribili istanti Madre e Figlia, legate da un profondissimo affetto l'una all' altra:possiamo solo immaginarlo. La bimba si stringe a lei con tutta la forza possibile a quella piccola età. Ad un tratto, Walter Marchesini, "Orlando", cerca di strapparla dalla Mamma, ma Alfa urla e s' aggrappa ancor di più, ma poi viene trascinata a forza, con le ginocchia che si sbucciano sulla strada, perchè come dicevano i partigiani, e scrissero poi con orgoglio, "Pietà l' è morta". La povera Ricciotti urla: "No ! Noooo!!! Alfa ! Alfa !!!!!" Ma Alfa è trascinata lontano, e vede la Madre tenuta ferma dal Girardi; vede Palmo che parla; forse è l' ultima cosa che vede, perchè Orlando le volta la faccia e le copre gli occhi. Non vede il cenno del Bussi al Calvi e nemmeno quello ad Ugo Girardi,"Fanfulla", di appena diciasett'anni, che di quella povera donna potrebbe essere il figlio. Che, come tanti, da una parte e dall' altra in quegli anni tragici, dovette obbedire. Come alle Fosse Ardeatine, ma il male assoluto, si sa, è solo da una parte, perchè i "valori dell' antifascismo" sono a senso unico e senza possibilità di discussione. Fanfulla esita, ma poi deve obbedire, e spara, prima un colpo eppoi una raffica di mitra. Uno di quei tanti mitra che a guerra finita saranno nascosti, in vista della rivoluzione comunista. Uno di quei tanti mitra che poi saltarono fuori non si sa bene come nelle mani dei "nuovi partigiani" delle Brigate Rosse, che tante vittime fecero in nome dell' antifascismo militante negli anni '70. Margherita, senza un gemito cade: scappano gli uccelli, i soli testimoni insieme ai morti del cimitero, poi il silenzio, totale.

Orlando stringe sempre la piccola Alfa, che ora non urla più; Fanfulla tiene ancora il dito sul grilletto, ma in cuor suo nasce un cupo rancore verso il capo, il Bussi, il temuto Palmo, che gli ha dato quell' ordine irrifiutabile.

Ad un tratto, quasi quella tragedia sembra non aver fine: "E adesso che ne facciamo di questa ?", fa uno; di rimando, un altro: "E' una testimone, no ?". Ma Orlando, anche lui diciasettenne che ha visto tante volte giocare la bambina per le strade del paese, quando lui era ancora semplicemente Marchesini Walter, come la maestra del paese, Luigina Degiorgis, la Signora Maestra, lo chiamava, si ribella. Forse proprio nel ricordo delle cose imparate da quella maestra che insegnò a leggere ed a scrivere a tutta Crevacuore, e che come premio ebbe l' omicidio del marito, il geometra del comune Emiliano Degiorgis. Per Natale, sempre nel nome dell' antifascismo. Innocente, ma per i partigiani degno di morire. Orlando si ribella a quell' orrore infinito. Infastidito Palmo alza le spalle, sputa per terra e dice: "Allora portala via tu, Orlando."

Ma tutto questo, per la piccola Alfa è solo un sogno; un incubo pieni di orchi cattivi:presto si sveglierà e troverà la Mamma accanto, come tutte le mattine...
Forse si risveglierà solo dodici anni dopo, davanti al cadavere di Aurelio Bussi, detto Palmo, eroe della resistenza e dell' antifascismo. Che prima di cadere, colpito dalla pistola rubata al marito, avrà la forza di farle ancora del male, dandole un pugno. Ma questa, è un 'altra storia...

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