In questi giorni la RAI trasmette un doveroso omaggio a Walter Chiari, un grandissimo attore, che con molti altri suoi colleghi aderì al Fascismo nel momento più difficile, cioè alla Repubblica Sociale Italiana. Naturalmente lo sceneggiato non si spinge a parlare di questo suo passato, per il quale l' attore non solo si fece diversi mesi di prigionia nel Campo di Concentramento anglo-americano di Coltano, ma fu sempre osteggiato da molti. L' episodio più famoso resta quello del 1975, dopo che a Genova, durante uno spettacolo, disse: "Quando fu appeso x i piedi in Piazza Loreto, dalle tasche di Mussolini non cadde nemmeno una monetina. Se i nuovi reggitori d'Italia avessero subito la stessa sorte, chissà cosa uscirebbe dalle tasche di lorsignori !". Dopo di che per giorni il teatro ligure fu picchettato per giorni da manifestanti rossi, con tentativi di non far entrare la gente. Questo suo modo di non essere allineato col pensiero dominante era per i comunisti assai peggio della sua vita a volte ai limiti che lo spinse nel vizio della droga, e non gli fu mai perdonato negli ambienti salottieri e radical chic,pronti a piangere sulla cocaina degli artisti, ma non sul passato Fascista della maggior parte degli Italiani di allora.
Ma oltre a Coltano, c'è un altro episodio meno famoso del passato di Walter Chiari: egli fu uno di quei moltissimi Italiani che parteciparono alla difesa dell' Europa in Normandia contro lo sbarco alleato del Giugno 1944. Molti furono e sono Morti Dimenticati, perchè la storiografia ufficiale racconta che a presidiare le coste francesi erano solo i tedeschi, mentre numerosissimi furo i volontari di tutta Europa che combatterono su quelle spiagge contro i "liberatori". E solo un recente film documentario del 2009 di Mauro Vittorio Quattrina, "D-Day Lo sbarco in Normandia. Noi Italiani c'eravamo" ha reso loro giustizia e memoria.
Tra loro un reparto del Battaglione San Marco che si coprì di gloria prima di essere decimato dall' uso del Napalm degli alleati, che alla fine resero loro l'onore delle armi, nell' Isola di Cèzembre.
9 commenti:
sabato, 13 giugno 2009
Camerata Walter Chiari
Nel Giovedì di Dino Risi (1964), Walter Chiari raccontava imprese di ex combattente al figlioletto, ideate da Castellano & Pipolo, gli stessi che avevano scritto per Ugo Tognazzi Il federale di Luciano Salce. Chiari e Tognazzi appartenevano alla generazione chiamata alle armi nella II guerra mondiale ed entrambi, alla fine del 1943, avevano sostituito le mostrine del Regno d'Italia con quelle della Repubblica Sociale Italiana. Anzi, Chiari, classe 1924, aveva portato solo queste ultime.
Si sapeva che, militare nella X Mas, Chiari aveva collaborato al suo settimanale, L'orizzonte, diretto da Bruno Spampanato, tanto che alcune sue vignette appaiono nel libro X Mas di Ricciotti Lazzero (Rizzoli). Si sapeva anche che Chiari, con Tognazzi, aveva condotto programmi dai microfoni di "Radiofante", emittente milanese per le truppe della Rsi.
Non si sapeva invece che Chiari avesse partecipato a combattimenti, come invece era noto per altri ventenni sotto le armi in quel periodo che sarebbero diventati celebri attori. A rivelarlo è il documentario sullo sbarco in Normandia e la campagna che ne derivò dal 6 giugno 1944. Il titolo è D Day: noi italiani c'eravamo di Mario Quattrina, che domani (ore 21) sarà proiettato al Circolo Ufficiali di Verona.
Il testimone trovato da Quattrina è un commerciante di fiori di Sanremo, Danilo Bregliano, allora tenente e coetaneo di Chiari. Del quale Bregliano mi dice: "Ero vicecomandante di battaglione, aggregato alla divisione tedesca del generale Korner. Alla fine dell'autunno 1944 eravamo, con una batteria contraerea, a Thionville, sulla Mosa, frontiera tra la Francia e il Belgio.
Qui Chiari, col suo vero nome, Annichiarico, si è unito a noi da soldato semplice, dopo aver finito l'addestramento presso Francoforte sul Meno. E con noi è rimasto fino che siamo arrivati a Mulhouse.
Al crollo del fronte del Reno, nel febbraio 1945, abbiamo passato la frontiera svizzera attraverso i boschi, evitando l'internamento e raggiungendo Neuchâtel, poi Basilea, dove una famiglia italo-svizzera, di amici di mio padre, ci ha aiutato a rientrare in Italia. Qui ci siamo presentati come reduci dai campi di prigionia tedeschi per i militari italiani non aderenti alla Repubblica Sociale. I partigiani l'hanno creduto e ognuno di noi è tornato nella sua città. Chiari a Verona, dunque. Ho sentito dire che lui sarebbe stato prigioniero a Coltàno, presso Pisa. Ma non me ne ha parlato quando ci siamo rivisti, cioè dal 1948 in poi fino alla morte. Dopo i suoi spettacoli a Sanremo, facevamo bisboccia".
Quanto alla partecipazione a combattimenti, Bregliano aggiunge: "Col nostro cannone da 88, usato anche in funzione anticarro, e la mitragliatrice da 40 sparavamo agli aerei, ma anche a partigiani e americani. Durante l'offensiva nelle Ardenne arrivammo a Compiègne, a 70 chilometri da Parigi! L'ho raccontato nelle mie memorie, diffuse solo fra amici. Promisi a Walter di non citarlo, così del suo nome ho messo solo le iniziali. Ma lui è morto da tanto e ormai era vano tenere il segreto".
Maurizio Cabona
Fonte: www.ilgiornale.it
Walter Chiari in Normandia durante il D-Day???? Una bella bufala. Complimenti!
http://www.ilprimatonazionale.it/cronaca/d-day-cera-anche-walter-chiari-ma-combatteva-con-i-tedeschi-8089/
Eppure avevo scritto anche dell' articolo di Cabona sul Giornale:
http://www.ilgiornale.it/news/walter-chiari-combatt-nella-wehrmacht.html
rimane il fatto che NON ci sono prove che Walter Chiari fosse in Normandia il 6 giugno 1944. Per rispetto della verità bisognerebbe scriverlo e modificare gli articoli che ne riportano l'inesattezza storica e culturale....tutto qui.
http://d-daynoiitalianiceravamo.jimdo.com/sinossi-del-documentario-synopsis-of-documentary/
".....
3 - italiani combattenti con i tedeschi, cioè arruolati con loro, come il Tenente Bregliano, comandante della batteria antiaerea Martha e comandante anche di Walter Annichiarico (in arte Walter Chiari, come riportato anche nel diario di Bregliano del 1948), o come le S.S. italiane..."
Sono il regista Mauro Vittorio Quattrina. Mi spiace l'astio con cui (l'anonimo) Cangrande, mette in dubbio il fatto che Walter Chiari fosse presente in zona operativa in Normandia, si avverte un sottofondo di un qualcosa difficile da definire. . Il tenente Bregliano era amico di Walter Chiari, assodato da foto e giornali d'epoca. E che tenesse un diario all'epoca annotando i fatti bellici è anche questo assodato. A meno che Walter Annichiarico, che lui cita spesso nel diario, con riferimenti caratteriali tipici del Walter, e il diario... altro non fossero che elementi scritti nel 1944/45 per tirarli fuori 70 anni dopo per raccontare una storia finta senza volerci per di più guadagnare niente, così solo per andare su un giornale a 90 anni... E che Walter, che io ho personalmente conosciuto nel 1979, fosse l'Annichiarico, viene anche riferito da altri "flak". Non raccontare poi cosa successe al loro rientro finita la guerra e le vicessitudini avute dai due insieme, che confermano la sua presenza in Francia, è stata solo una scelta dettata dal poco tempo a disposizione nei documentario, non essendo Walter Chiari il punto focale del video. In ogni caso, prima di lanciare qualsiasi notizia in un documentario, per di più autofinanziato dove non ci sono stati contributi di nessuno, sia chiaro, le testimonianze vengono analizzate e sminuzzate nei minimi particolari. Poi ogni persona la pensi come vuole. Grazie per l'ospitalità.
Grazie a Lei per l' intervento, chiarissimo.
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