Come ho scritto molte volte, un altro modo osceno di cambiare la storia, oltre all' oblio verso i caduti, è quello di rivoltare le modalità della loro morte.
Un caso tipico è quello denunciato sulle pagine di "Libero" dell' 8 Febbraio 2004 da parte di Monsignor Renzo Narduzzi, alto Prelato dell' Aquila di origini friulane. Egli rimase orfano di padre all' età di un anno e mezzo, ma per molti anni non seppe come il Padre fosse morto. Anzi, quando fu ordinato Sacerdote, in una foto ricordo volle comparire anche il fratello di uno degli assassini del Padre,senza che lui lo sapesse.
Nel 2002, in occasione dell' anniversario della strage di Porzùs, volle incominciare ad indagare sui fatti che portarono alla scomparsa del genitore. Finalmente trovò che in un libro edito nel 1987 dall' Istituto friulano per la storia del movimento di liberazione, "Caduti, dispersi e vittime civili nella II Guerra Mondiale (Vol.1, Tomo 1 pag. 122) vi era scritto che il padre, il Maresciallo dei Carabinieri Giovanni Battista Narduzzi era morto per cause di guerra e che la salma non era stata mai recuperata. Due falsità intollerabili. A cominciare dalla salma, che riposa nella tomba di famiglia. Ma vediamo invece come avvenne l' omicidio, a guerra ormai conclusa.
Era infatti il 12 Maggio 1945 all' ora di pranzo a Cividale del Friuli quando quattro partigiani armati di pistole e bombe a mano si presentano a casa Narduzzi in Via Roma 30 immobilizzando e prelevando il Maresciallo. Il cadavere venne ritrovato il 24 Giugno nel Comune di Cerneglons su indicazione di uno dei carnefici, Sergio Galuzzo detto "Stanco", depredato di tutto. La sua colpa ? Nessuna.
Questo è quanto.
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