lunedì, novembre 19, 2007

La vera storia di Duilio Guardabassi.

Sollecitato da un commento al mio post del 20 Novembre 2006 su Guardabassi, a cui era dedicato lo Stadio Martellini di Roma (Terme di Caracalla), pubblico per estesao la storia dell' omicidio di Guardabassi. Poi, se c' è chi crede al "Messaggero"...

Guardabassi Duilio, del Fascio di Roma. Avanguardista e Ferroviere.
Ucciso a Roma il 10 Agosto 1923.

La sera dell' 8 Agosto il Fascista Raffaele Rossi, di anni 18, mentre passava per il Vicolo del Cinque, nel rione Trastevere, veniva avvicinato da un soldato di artiglieria, il quale lo invitava a seguirlo alla Caserma dei Carabinieri. Dopo una breve discussione, il Rossi annuì. Poco dopo si avvicinava ai due un borghese che, dichiarando di essere un soldato in licenza, disse al Rossi: "Alla caserma vi daremo una lezione". Il Rossi, capito di essere prossimo ad un' imboscata, si fermò, rifiutando di proseguire oltre. Ne nacque un litigio, che attirò alcuni militi della MVSN, al cui apparire i 2 "falsi" soldati, come spesso fanno le zecche, se la dettero a gambe.
La sera del 10 il Rossi, accompagnato da alcuni Avanguardisti, tra cui il Guardabassi, si recò in Trastevere per ricercare i 2 furbetti del quartierino. Che venivano trovati nel Vicolo Bologna. I Fascisti li invitarono in Questura. Al che il primo falso soldato estrasse la sciabola, lanciandosi contro il Rossi; l' altro colpì in fronte con un colpo di rivoltella, che cadeva stramazzato, morendo tra le braccia di un Camerata.
Più tardi venne colpito e ferito anche il Fascista Pietro Micconi.


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Contento, Wicked ?

Ecco il suo commento:

"Secondo il Messaggero dell'epoca Duilio Guardabassi avevs 17 anni e soprattutto fu ucciso durante una rissa con un paio di soldati. I soldati difficilmente erano comunisti. La rissa tra l'altro era iniziata perché un amico del Guardabassi era stato attaccato da un soldato nel pomeriggio e per vendicarsi si era portato appresso una quindicina di amici. Probabilmente si trattava di scaramucce per donne o cose del genere. Anche perché il soldato, dice il Messaggero, non era "incensurato". Che poi sia passato alla "storia" come martire del comunismo, che dire?
Wicked, 7,05 18 Novembre 2007."

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Altro che scaramucce per donne o cose del genere.
Calunniare i morti, porta male.
Contento tu di credere al Messaggero. Di allora ed a quello di oggi....


2 commenti:

Fulcanelli999 ha detto...

Da "SQUADRISMO" di Asvero Gravelli - ANTIEUROPA - 1939

Un anziano del 1800 arriva con gioia fisica ad ammazzare Duilio Guardabassi a Roma, un quattordicenne, uno scolaro davvero, un principiante, un novizio insomma fra quanti ce n’erano nelle squadre. Ospitati malamente, guardati a vista, ragione di noia e di tremore continui quei ragazzetti; ma tutti padri (gli uomini) e tutte madri (le donne) del cenacolo parentale: «Stai fermo» e «Non t’avventurare» e «Stattene in casa tua» o «Son tempi brutti brutti assai che tu non devi esporti nè comprometterti», «Non hai l’età ancora della ragione», «Le armi non son fatte per te», «Sei un ragazzino cattivo, stattene al posto tuo, non hai preso ancora l’età della ragione e dipendi dai genitori» e altre frasi del genere, che tutti potranno immaginare e magari riudire. Quattordici anni, vissuti in quella Roma patriarcale e avventizia, snaturata e contorta, assiepata da guardie regie, ogni portiere una spia, ogni commerciante o rivendugliolo un autentico aguzzino, ogni comare nei borghi efferata propagandiera di notizie false e di novità assurde, fra signorini per bene stilizzati nei loro vestitucci, fra reucci amorevoli e suadenti, fra piccoli bersaglieri e garibaldini in tenuta di buona educazione, fra palazzi antichissimi e frolli, fra preti e monache e guardie e ufficiali giudiziari e generali e caporali e pubblico avventato e indecente e kermesse eroica e carnevale propizio; nella Roma che va rispettata e onorata, dove esistono le varie deputazioni dei vari partiti e sette, dove stagionano i ministri, i quali non sanno a chi dare ascolto e a chi dare il diritto di ribellarsi se altri devono rimanere teneri placidi e remissivi. La città ufficiale e civile, la città antiquata e retrospettiva, la metropoli di ogni filosofia e d’ogni teologia e d’ogni diritto, dove i questurini accorrono quando c’è diceria fra parenti e lascian correre quando si uccide o si travia con coltelli alla mano, ecco in questa Roma sa morire Duilio Guardabassi, appena quattordicenne, uno scolaro, uno studentello che studia la vita piuttosto che i libri. Steso a terra. Capitolato a terra per sempre, mentre gli altri abitudinari dell’età magra e infruttuosa recitano le poesie nei conviti famigliari, allora che danzano e guardano con occhi velati, allora che sono e rimangono per sempre il vanto dei due o quattro genitori, la speranza del pubblico, l’onore della stirpe immortale. Fra signorini superuomini di già quasi tutti, semidei inoltre, ma tapinelli, traviatelli, e scontenti sopratutto, tutti presi da rivoltellette a spiraglio nei giorni di festa o adagiati sopra cavalloni di legno foderato di pelle, nei salotti o nelle stanze loro riservate, fra la meraviglia degli astanti, muore Duilio Guardabassi, alto un soldo di cacio. E non si contentano ancora: che anzi vien loro la frenesia e il delirio dell’abitudine: Berrini ammazzato con lima e triangolo, Paolo Pelù sette pugnalate alla schiena, il volto tutto un’ustione, le labbra prese col ferro rovente e slargate al punto da rassomigliare magari a quelle di un cannibale o di un negro feticista; Tancredi Barbiani — 1903 — a Tortiano si difende con chiodi, dassolo, contro gli assalitori, tanto miserabile da non possedere per arma che un chiodo rovesciato e spuntato e, sopraffatto, è scempiato, buttato a terra, gli dirompono i connotati, gli sgualciscono la lingua protratta fuori, gli cambiano gli occhi e il naso, lo scandagliano fin oltre la nuca per renderlo irriconoscibile al punto che i parenti perfino sono indecisi se sia lui ancora o un altro da nascere da quei brandelli.

Starsandbars/Vandeaitaliana ha detto...

Grazie per il contributo.