Chi vive a Bologna avrà sicuramente sentito parlare cento volte dell' Eccidio di Palazzo d' Accursio, soprattutto nei termini con cui la vulgata resistenziale ce lo propone, e cioè come di un proditorio attacco dei Fascisti al Consiglio Comunale felsineo. Ben pochi però conoscono l'ordine cronologico dei fatti , che vide assassinato per primo l' Avvocato Giulio Giordani e feriti Cesare Colliva (che diventerà Podestà tra il 1936 ed il 1939) e Bruno Biagi da parte dei socialcomunisti a pistolettate. Gli assassini furono condannati nel 1923 all'ergastolo in contumacia, poichè scapparono in Unione Sovietica.
Giulio Giordani nacque a Bologna il 31 marzo 1878 da modesta famiglia artigiana. La sua intelligenza, la passione e la sua buona volontà decisero i genitori a inoltrarlo negli studi; superò il ginnasio ed il liceo ed a 18 anni si iscrisse nella facoltà di legge. Allievo Ufficiale nel 4° Reggimento Bersaglieri in Bologna nel 1898, proseguì anche durante il servizio militare i suoi studi prediletti, così che nel 1900 conseguì la laurea a pieni voti con lode. La sua vita professionale fu una costante e rapida ascesa e al suo richiamo per la grande guerra nel maggio 1915, lo vediamo assegnato col grado di Sottotenente ad un Battaglione di Bersaglieri nella zona di Castiglione delle Stiviere. Seguì le vicende del reparto, fu promosso Tenente nell’agosto e nella battaglia dell’ottobre 1915 lo troviamo in linea alla Trincea delle Frasche ove il 28 stesso durante l’azione viene gravemente ferito ad una gamba subendone poi l’amputazione. Una Medaglia d’Argento al Valor Militare con una splendida motivazione premia il Bersagliere che ritornato nella città nativa, dà mirabile esempio di serena rassegnazione, dedicandosi fino alla fine della guerra alla propaganda per la resistenza nazionale. Cessate le ostilità tornò quindi ai suoi studi ed alla sua professione; fu nominato membro del Consiglio di Disciplina dei Procuratori ed in quello dell’Ordine degli Avvocati, assumendo nel dicembre del 1919 la carica di Presidente della Società di Mutuo Soccorso fra Bersaglieri in congedo di Bologna. Il purissimo senso di dovere, non altro, nell’intento di sbaragliare il nemico interno, gli fece accettare la lotta politica. La stima dei bolognesi lo portò Consigliere Comunale di minoranza; e nell’aula del Palazzo d’Accursio il 21 novembre 1920 egli cadde assassinato dall’odio di parte al suo posto di combattimento. Emanuele Filiberto Duca d’Aosta, l’Invitto Comandante della III Armata, lo definì “L’Eroe della riscossa di Bologna, l’Eroe della redenzione d’Italia”.
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