giovedì, ottobre 19, 2006

1956, gli antefatti: Bela Kun e la Repubblica Sovietica d' Ungheria del 1919


Ottobre 1956: l' Europa assiste pavida e vigliacca allo spargimento di sangue di migliaia di ungheresi ad opera delle "truppe fraterne sovietiche", come venivano chiamate dai comunisti nostrani, alcuni dei quali oggi ricoprono alte cariche o siedono in parlamento. Ma non era la prima volta che i comunisti spargevano sangue magiaro.
Bela Kun, leader del Partito Comunista Ungherese,aprroffittando del caos post bellico e dall'avanzata delle truppe Rumene, prese il potere nel Marzo 1919; subito adottò metodi di governo terroristici eliminando fisicamente gli oppositori moderati ed espandendo poi la violenza verso tutti color che in un modo o nell'altro venivano considerati "borghesi". Vennero assunti provvedimenti presecutorii: espropriazione dei beni, perdita dei diritti civili oltre a quotidiane violenze. Una speciale milizia di settecento uomini (i cosiddetti "figli di Lenin") divenne una specie di guardia pretoriana che si dedicava ad un sistematico terrorismo per le vie di Budapest e per le campagne. Imbevuto di principi marxisti adottò una serie di misure economiche tragicamente ridicole come, ad esempio, proibire sotto pena di morte anche le piccole transazioni commerciali. Probabilmente il clima di terrore non sarebbe stato sufficiente a screditare Bela Kun. Fu la sua politica assolutamente miope a fargli perdere consenso in tutte le fasce della popolazione. La iniziale simpatia guadagnata presso le classi meno abbienti e specie tra i contadini venne vanificata dalla collettivizzazione delle terre. I contadini si attendevano una riforma in grado di spazzare via il latifondo non la eliminazione della proprietà privata. Mettersi contro i contadini significò perdere il bacino di rifornimenti alimentari vitali per continuare la lotta. L'esercito infatti, cessate le distribuzioni di viveri, cessò di combattere. Il regime - peraltro assai breve essendo durato soltanto centotrentatré giorni - crollò su se stesso e, all'avvicinarsi dell'esercito Rumeno, Bela Kun il 1° agosto 1919 fuggì a Vienna. Divenuto un dirigente della Terza Internazionale continuò la sua opera di rivoluzionario professionista cercando di organizzare rivolte in Germania ed Austria. Grazie ai suoi buoni contatti con Lenin venne inviato come Commissario del Popolo in Crimea ma, anche qui, si abbandonò ad insensatezze e crudeltà tanto da essere rimosso dall'incarico. Trovò infine rifugio a Mosca. Qui dopo un periodo di relativa tranquillità entrò gradatamente in contrasto con il nuovo leader della Unione Sovietica, Josif Stalin. Accusato di deviazionismo e di essere un seguace di Trotsky venne arrestato dalla polizia politica sovietica ed ucciso probabilmente il 30 novembre 1930,altre fonti parlano nel 1937.
Le vittime accertate di Bela Kun sono oltre 590, ma molti sostengono che passarono il migliaio.

Nessun commento: