Esiste una via a Genova dedicata a questo combattente che lavorò in collaborazione con l' OSS americano. Ma pochi conoscono la sua storia e soprattutto la sua fine.
Dopo aver compiuto la sua missione al Nord, lui ed altri 4 partigiani avrebbero dovuto essere scortati in Svizzera da Francesco Moranino, alias Gemisto, dove ad attenderli c' erano le mogli.
In realtà non arrivarono mai nella Confederazione Elvetica, perchè, insieme a 2 delle mogli, furono assassinati a tradimento dalle brigate comuniste che credevano amiche.
A guerra finita, sotto un cumulo di pietre, vennero ritrovati i corpi dei cinque, uccisi il 26 Novembre 1944:
Emanuele Strassera : agente del Regio Esercito del Sud, sbarcato sulla costa ligure da un sommergibile USA, all'inizio dell'estate 1944;
Gennaro Santucci: partigiano bianco;
Ezio Campasso: partigiano bianco;
Mario Francesconi: partigiano bianco;
Giovanni Scimone: partigiano bianco.
Il 9 Gennaio furomo massacrate Maria Santucci e Maria Francesconi; il bravo Gemisto cercò di far ricadere sui Fascisti tali eccidi, ma gli andò male.
La Corte di assise di Firenze, nel 1956, appurò la responsabilità di Moranino e della sua formazione partigiana comunista e condannò Francesco Moranino detto Gemisto all'ergastolo.Le motivazioni della sentenza descrivono Moranino attore di ”un comportamento ispirato ad una faziosità politica, ed ai metodi usati, rivelatori di un'assoluta mancanza di umanità che hanno raggiunto i limiti di uno spietato cinismo”. La sentenza di condanna all'ergastolo per i descritti crimini contro pretese “spie fasciste” e contro le loro mogli, fu confermata dalla Corte d'Assiste d'Appello nel 1957; nella sentenza si legge, tra l'altro:
"Perfino la scelta degli esecutori dell'eccidio venne fatta tra i più delinquenti e sanguinari della formazione. Avvenuta la fucilazione, essi si buttarono sulle vittime depredandole di quanto avevano indosso. Nel percorso di ritorno si fermarono a banchettare in un'osteria, e per l'impresa compiuta ricevettero un premio in denaro" .
Moranino non scontò mai la condanna all'ergastolo. Fu fatto fuggire dall'organizzazione comunista “Soccorso Rosso”, e riparò in Cecoslovacchia, ove lavorò a “Radio Praga”, dando anche la sua voce a trasmissioni di propaganda stalinista “in lingua italiana”. Fu graziato dal Presidente Saragat, e tornò in Italia, ove il PCI lo accolse a braccia aperte. Fu eletto deputato della Repubblica , nelle liste del Partito Comunista Italiano di Luigi Longo, alle elezioni politiche del maggio 1968.
Ancora adesso, nel sito dell' ANPI, Gemisto risulta vittima innocente di una macchinazione anti-comunista ed è considerato un eroe.
3 commenti:
E grazie anche alla Rete, la memoria non verrà mai meno.
Poveri Strasserra e compagni, un ricordo e una preghiera. E neppure i loro assassini possono essere dimenticati. A ciascuno il suo.
La moglie di Emanuele Strasserra,quando il marito venne trucidato,era incinta ,il figlio nacque nel '45 e venne chiamato Giorgio.Appena la donna partori' venne internata al manicomio di Quarto, a Genova dove non uscirà mai più e morirà 20 anni dopo.Giorgio venne allevato dallo zio Egidio di Genova che non aveva figli,ma data la tarda eta' mise il nipote in collegio,al Convitto Nazionale "Cristoforo Colombo".Siccome in codesto Istituto mi trovavo anch'io come convittore e amico di Giorgio ho assistito a questi avvilimenti del ragazzo personalmente,quando lui andava a volte a trovare in manicomio la madre.
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