Laureando in Chimica all' università di Parma, iscritto al Fascio di Borgonovo Valtidone (Pc), fu ucciso a tradimento il 16 Maggio 1921.
Una squadra di Fascisti di Piacenza era stata inviata nella vicina Borgonovo per presidiarla in occasione delle elezioni politiche. La loro sola presenza fu sufficiente a mantenere la calma nel turbolento paese e la giornata del 15 Maggio trascorse senza incidenti degni di nota. Il giorno successivo, sull' imbrunire, tre Camicie Nere si recarono in perlustrazione, nella frazione Bilegno, famosa roccaforte anarchica; all' improvviso, dal folto di una siepe fiancheggiante la strada, li investì una scarica di colpi di rivoltella. Ferdinando (Nando) Gioia cadde al suolo ferito mortalmente, e spirava poco dopo.
Nella notte giunsero sul luogo numerosi iscritti e simpatizzanti del Fascio piacentino, i quali, resistendo agli spari all' impazzata degli anarchici, riuscirono all' alba a scovare uno degli assassini, un certo Rattotti, che così confessò:
"Io sottoscritto dichiaro che alle ore 18 di ieri, in compagnia di mio fratello Filippo e del compagno Politi Antonio Borgonovo, armati di rivoltella abbiamo sparato, nascosti dietro una siepe della strada di Bilegno di Borgonovo, contro il Fascista Gioia Ferdinando, mentre questi, in compagnia dei tre Fascisti Clini Giuseppe, Biondi Dante e Milani Riccardo andava verso Borgonovo. In compagnia mia c'era pure Scaravati Giovanni di Strà di Pianello, che avendo due pistole, me ne prestò una. Dopo gli spari siamo fuggiti in direzione opposte. Durante la notte siamo rientrati, ma avvicinandosi degli sconosciuti, abbiamo sparato loro cinque colpi di moschetto.
Bilegno, 17 Maggio 1921. Firmato: Rattotti Dante.
Controfirmato i Testimoni: Masarelli Guglielmo, di Bilegno.
Rossi Pietro, idem.
Masurati Esterina, idem.
Gino Carini. "
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